Accessibilità linguistica: la forma più invisibile di rispetto

La scrittura accessibile non semplifica i contenuti: li rende comprensibili. Un linguaggio chiaro è uno strumento di inclusione, una forma di responsabilità verso chi legge.


Le parole come barriere invisibili

L’accessibilità non riguarda solo il codice o il design.
Riguarda anche le parole.

Un linguaggio troppo tecnico, frasi dense o termini ambigui sono tutte barriere silenziose che si alzano tra i contenuti e chi legge. Non servono errori evidenti per rendere un testo inaccessibile. Basta una scelta di parole sbagliata, un tono distante, una costruzione troppo rigida.

Scrivere in modo accessibile significa scegliere la chiarezza, non la banalità. Significa ridurre la distanza tra ciò che si vuole dire e ciò che viene davvero compreso.

Richiede precisione, ma anche rispetto: per il tempo, l’attenzione e le competenze di chi legge.

La forma della chiarezza

Un testo accessibile è diretto, leggibile, onesto.

Non nasconde dietro al linguaggio la complessità di un tema, ma la accompagna.
Sostituisce il gergo con la sostanza, l’enfasi con la trasparenza.

Nel linguaggio accessibile non c’è fretta di impressionare ma il desiderio di far arrivare un messaggio integro, anche a chi legge da uno schermo piccolo, in un’altra lingua o in un momento di distrazione.

Nelle Pubbliche Amministrazioni, questa attenzione è un obbligo, non solo una buona pratica. Le Linee guida WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), nel loro livello più alto (AAA) richiedono che i testi siano scritti in un linguaggio elementare, comprensibile anche a chi possiede competenze linguistiche di base.

Una norma che non si limita al rispetto formale della legge, ma che afferma un principio: la comunicazione pubblica deve essere di tutti, non solo di chi ha gli strumenti per decifrarla.

Una scelta culturale

Le parole possono includere o escludere, anche senza volerlo.

Rendere un testo accessibile non è un atto tecnico: è una scelta culturale.
Una forma di responsabilità verso chi ascolta, anche quando non si conosce chi sia.

Semplificare non significa ridurre, ma aprire.
È un modo per restituire alle parole la loro funzione più autentica: connettere.

Foto di Gianni Marzaloni
Autore: Gianni Marzaloni UX Engineer & Web Accessibility Specialist

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