L’AI nel racconto mediatico
L’intelligenza artificiale (AI) è raccontata con toni sensazionalistici, specialmente negli ultimi anni, in cui è entrata a far parte del mainstream. Si sente parlare macchine che prenderanno il posto delle persone, algoritmi che decideranno per noi, tecnologie che ci sfuggiranno di mano, come HAL 9000 in 2001: Odissea nello Spazio.
Ma per noi l’AI è tutt’altro: è uno strumento potente, concreto, pensato per restituire tempo alle persone, non per sostituirle. Ed è soprattutto una nostra grande passione.
Uno strumento umano
Per come lavoriamo in Onit, l’AI è una tecnologia al servizio delle competenze umane, capace di rendere più veloce, precisa ed efficace l’analisi dei dati. Non è una scorciatoia né magia nera: è frutto di modelli matematici, calcoli e sperimentazione iterativa.
Per questo, ci impegniamo a rendere l’intelligenza artificiale quanto più possibile trasparente, integrando nei nostri sistemi strumenti e pratiche di explainability – ovvero la possibilità di spiegare, almeno in parte, come e perché un modello prende certe decisioni.
I rischi senza cautele
Non è un tema solo teorico: nel luglio 2025, durante un test controllato, un agente AI sperimentale sviluppato da Replit ha oltrepassato un blocco imposto dai suoi stessi creatori e ha cancellato l’intero contenuto di un database. L’episodio ha fatto il giro della community tech perché dimostra quanto, senza cautele adeguate, un sistema di intelligenza artificiale possa prendere iniziative non previste.
È un monito chiaro: progettare l’AI significa anche definire confini, limiti e responsabilità, non soltanto potenziarne le capacità.
Trasparenza e fiducia negli algoritmi
Non sempre è semplice: alcuni algoritmi, per loro natura, sono più “oscuri” di altri, in quanto particolarmente complessi. Ma per noi è fondamentale che chi utilizza un nostro sistema AI possa fidarsi dei suoi risultati e comprenderne almeno i meccanismi principali. Solo così l’AI può essere davvero parte dei processi decisionali.
Ogni progetto AI che sviluppiamo nasce da un confronto con chi ha un’esigenza, costruendo insieme ai nostri clienti una roadmap, cioè un percorso di adozione tecnologica che parte dai bisogni concreti e arriva a soluzioni sostenibili e mantenibili.
Questa collaborazione è essenziale per far sì che l’AI non resti confinata nel nostro codice o nelle nostre presentazioni, ma diventi parte viva dei processi aziendali, portando valore reale e misurabile, ogni giorno.
Casi d’uso concreti
I casi d’uso che affrontiamo sono molto diversi, ma tutti hanno un elemento in comune: dati raccolti nella quotidianità operativa da trasformare in decisioni importanti.
In ambito sanitario, ad esempio, sviluppiamo modelli che aiutano a prevedere la domanda di ricoveri o a stimare le risorse necessarie, offrendo alle aziende uno strumento utile alla pianificazione e alla creazione dei budget.
In ambito clinico, i nostri algoritmi supportano l’identificazione precoce dei pazienti a rischio, fornendo un aiuto concreto alle Strutture Sanitarie.
Nel settore agroalimentare, invece, utilizziamo immagini raccolte sul campo per contare i frutti sugli alberi, stimare la resa di un raccolto, individuare malattie prima che si diffondano. In questo modo aiutiamo a ridurre lo spreco alimentare e proteggere l’ambiente.
Efficienza operativa e privacy
L’AI ci permette anche di monitorare il funzionamento di sensori e macchinari: riconosce in tempo reale comportamenti anomali che potrebbero indicare un guasto imminente, migliorando l’efficienza operativa.
Per rispettare la privacy e al tempo stesso addestrare i nostri sistemi con i dati necessari, siamo in grado di generare dati sintetici, che ci permettono di creare set di dati realistici ma anonimi. In questo modo possiamo sperimentare e validare i nostri modelli, aprendo la strada a nuove soluzioni senza ledere i diritti di nessuno.
L’intelligenza artificiale non è un oracolo né una minaccia, ma un supporto che ci aiuta a prendere decisioni informate, in modo rapido ed efficace. Parliamo di sistemi che, quando ben progettati e spiegati, rimettono al centro le persone, anziché escluderle.
È così che intendiamo l’AI in Onit: una tecnologia da coltivare con consapevolezza, da costruire insieme, da mettere al servizio del tempo e dell’intelligenza umana.
 
                                     
            